Split payment per i professionisti
Una delle novità contenute nella manovra approvata pochi giorni fa è l’estensione del meccanismo dello split payment a tutti i professionisti che operano con la Pubblica Amministrazione.
Dal 1° luglio prossimo, infatti, viene esteso l’ambito di applicazione del meccanismo dello split payment (scissione dei pagamenti) per tutti quei professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione, con le società partecipate dalla PA e con le società quotate.
L’estensione del meccanismo dello split payment è prevista dal decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri dell’11 aprile scorso. L’IVA relativa alle parcelle emesse dai professionisti sarà versata all’erario direttamente dalla Pubblica Amministrazione o dalla società quotata o partecipata come già avviene da qualche anno quando a fornire il bene o il servizio è un’impresa.
Secondo le intenzioni del governo, il meccanismo dello split payment eviterebbe al professionista che emette la parcella alla Pubblica Amministrazione di incassare l’IVA e, quindi, di non versarla al fisco. Sarà infatti il committente/cliente a versare l’IVA direttamente alle casse dell’erario.
Dal punto di vista pratico, i professionisti dovranno adeguare le modalità di emissione delle parcelle e della liquidazione dell’IVA. L’imposta continuerà ad essere indicata nella parcella, ma non genererà il debito nei confronti del fisco.
Le parcelle emesse dai professionisti che operano con la PA non saranno più emesse con “IVA ad esigibilità differita”, ma in regime di “scissione dei pagamenti”. Dovranno prestare particolare attenzione i professionisti che emetteranno la fattura elettronica, ricordandosi di compilare l’apposito campo destinato alle operazioni in split payment.
Ma non è ancora finita. La novità nella novità è che viene estesa la platea dei soggetti destinatari e dunque dei soggetti nei confronti dei quali i professionisti dovranno emettere la fattura in regime di split payment.
Si tratta di tutti i soggetti che oggi sono destinatari della fattura elettronica a mezzo SDI per obbligo, come molti enti pubblici ad oggi esclusi dalla norma, gli enti di ricerca, gli enti per il diritto allo studio, la Consip spa, la Consob, la Sogei spa, tutte le società quotate, le società controllate direttamente e indirettamente dallo Stato, le società controllate direttamente dagli enti territoriali e le società ed enti controllati dalle predette società.
L’obiettivo dichiarato dal governo con la manovra approvata nei giorni scorsi è quello di mettere in atto tutta una serie di misure volte a recuperare circa 2,1 miliardi di euro di evasione.
In realtà, a mio parere, il provvedimento adottato non porterà quasi nulla in termini di lotta all’evasione dal momento che i pagamenti dei professionisti sono perfettamente tracciati, essendo gravati dalla ritenuta d’acconto per le imposte dirette.
Con lo split payment, in pratica, verranno colpiti i professionisti come architetti, ingegneri, geometri, ma anche commercialisti, consulenti del lavoro e avvocati, che già, negli ultimi anni, a causa della generalizzata crisi economica e finanziaria, hanno visto calare il fatturato fino al 40%.
Il meccanismo dello split payment esteso ai liberi professionisti, di fatto raddoppia il prelievo sulle loro parcelle. In buona sostanza, su ogni parcella emessa dal professionista, viene prelevato il 42% del valore di ogni fattura (ritenuta d’acconto 20% + IVA del 22%).
Si capisce subito quindi che il vero obiettivo della manovra è quello di migliorare i flussi finanziari della Pubblica Amministrazione. Per i professionisti che operano con la PA, invece, quello che si profila è un impatto sicuramente devastante, perché il venir meno della liquidità generata dall’incasso dell’IVA sulle parcelle comporterà per loro il ricorso sempre crescente a fonti di finanziamento bancario, con aggravio di oneri e interessi.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN